Si defilano dal gasdotto EU

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Il premier ungherese Viktor Orban

Non è una questione di decisioni politiche, di mutamento della Costituzione, o di risistemazione del sistemazione bancario, ma l’Ungheria ha di nuovo diviso l’Europa, questa volta sul piano energetico. Nella giornata di martedì, 24 Aprile, la compagnia energetica ungherese MOL ha rigettato la programmazione di bilancio del consorzio incaricato della costruzione del Nabucco, e ha ritenuto pubblicamente il progetto irrazionale e inattuabile.

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Il gasdotto dalla verdiana denominazione è stato progettato dalla Commissione Europea per veicolare nel Vecchio Continente gas di provenienza centroasiatica, evitando il transito per il territorio russo, e diminuendo la dipendenza dell’UE da Mosca. Finora, esso è stato compartecipato dalla compagnia austriaca OMV, dalla romena Transgaz, dalla tedesca RWE, e, per l’appunto, dall’ungherese MOL.

Secondo quanto riportato dall’ente energetico di Budapest, perplessità in merito al progetto sarebbero state sollevate già da un anno e mezzo a causa della lievitazione continua del costo dell’infrastruttura, senza che ad esso corrispondesse un rafforzamento della portata del progetto: sempre fissa a 31 miliardi di metri cubi annui di gas.

A dare la conferma del disinteresse dell’Ungheria nei confronti del progetto della Commissione Europea sono state le dichiarazioni del Primo Ministro ungherese in persona, Viktor Orban, che, nella serata di lunedì, 23 Aprile, ha comunicato di essere a conoscenza della rinuncia della MOL alla compartecipazione nel Nabucco, e della decisione dell’ente energetico nazionale di congelare l’approvazione del bilancio del consorzio deputato alla costruzione del gasdotto.

Come rilevato dall’autorevole Gazeta Wyborcza, ad avere condizionato Orban potrebbe essere stata la precedente visita intercorsa a Budapest con il Capo del monopolista russo Gazprom, durante la quale, come comunicato ufficialmente da forti del governo, i due avrebbero discusso sull’ingresso dell’Ungheria nel progetto Southstream.

Questo gasdotto, noto anche come “Gasdotto Ortodosso”, è il rivale del Nabucco, ed è stato concepito dalla Russia per bypassare Paesi osteggiati dal Cremlino – come Ucraina, Polonia, Romania e Moldova – e aumentare la dipendenza dei Paesi occidentali del Vecchio Continente dalle forniture energetiche di Mosca.

Anche la Germania si defila dal gasdotto

La compagnia austriaca OMV – la capofila del consorzio Nabucco – ha commentato come ragionevoli i dubbi della MOL, dal momento in cui il gasdotto dalla verdiana denominazione ultimamente ha decisamente perso di smalto e forza. Con la fuoriuscita della compagnia turca BOTAS, che ha preferito sostenere la costruzione di un proprio gasdotto in comune con l’Azerbajdzhan – da cui proviene il gas che la Commissione Europea intende esportare – il Nabucco è stato ridotto a un “Nabucco Occidentale” concepito per trasportare l’oro blu in Europa non più dal Centro-Asia, ma dalla Turchia.

Inoltre, simili dubbi a quelli della MOL sono stati espressi anche dalla compagnia tedesca RWE, che notoriamente mantiene buoni rapporti con Gazprom e le compagnie russe in generale, e che ha definito sulle colonne del Wall Street Journal Deutschland la permanenza nel Nabucco come un gesto di pura misericordia.

Secondo il parere di diversi esperti, con il blocco del finanziamento, e la fuoriuscita dell’Ungheria, quello che è stato il principale progetto per l’indipendenza energetica dell’Unione Europea può seriamente essere affossato per mancanza di risorse, e la sua mancata costruzione rischia di avere serie conseguenze sulla sicurezza nazionale dei Paesi dell’UE.

Difatti, a poco potrebbe servire l’intervento che un’altra compagnia tedesca, la Biogas, ha intenzione di apportare con il proprio ingresso nel Nabucco in caso di definitiva fuoriuscita della MOL e della RWE. A presentare questa eventualità è stata la Vice-Commissaria UE all’Energia, Marlene Holtzner, che nella giornata di mercoledì, 25 Aprile, all’agenzia Focus Information ha dichiarato la possibilità di un’ancora per il mantenimento a galla del gasdotto europeo.

 

Matteo Cazzulani

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